domenica 22 aprile 2012

due righe per spiegare


Giusto due righe per chi volesse chiarimenti in merito al post-epitaffio precedente, che voleva, per l'appunto, essere sintetico. Poste Italiane ha bandito le gare di appalto: sono presenti 41 lotti contro i 91 di soli quattro anni fa. I 41 lotti banditi prevedono una diminuzione della quantità di lavoro/fatturato del 40% circa. Il che significa che nemmeno nelle città in cui la gara verrà espletata si potrà gridare di gioia, anzi.
Per quanto riguarda Transystem ed i suoi dipendenti nello specifico, solo due città hanno l'opportunità di una nuova gara, e sono Genova e Mantova. Nel totale, se la cifra di tremila lavoratori nell'appalto postale è giusta, direi che all'incirca perderanno il posto di lavoro 2000 persone.

Sarebbe bello capirne il perchè. Poste Italiane ha diramato una nota in cui emerge la chiusura positiva dell'ultimo anno per 846 milioni di euro, l'andamento totale positivo dell'azienda, il trend positivo di inizio anno, e l'impennata registrata nel settore assicurativo e finanziario. Unica debacle sembrerebbe il settore recapito, che registra un -5% (wow che perdita), che tuttavia è dovuto, dicono loro stessi, all'introduzione della raccomandata on line (prodotto Poste Italiane)  e della Posta Certificata (sempre un prodotto di Poste Italiane). 

Il quadro si fa ancora più complesso se si considera che questa azienda, solida, che conferma un trend positivo nonostante la crisi, avrebbe deciso di tagliare oltre al volume degli appalti, ben 12000 portalettere.
La cosa assurda è il totale silenzio dello stato. Non esiste un garante, un qualcuno che possa in qualche modo fermare questa follia?
Beh, se c'è è proprio a lui che ci rivolgiamo.
Guardateci. Siamo persone, non cose. Siamo persone con famiglie alle spalle, abbiamo figli, anche molto piccoli in alcuni casi. Alcuni di noi sopportano il peso di un paese in crisi con un solo reddito. Molti di noi hanno da pagare il mutuo, ed altri ancora faticherebbero molto a reinventarsi un lavoro, quando il proprio lo sapevano fare, e bene. Siamo persone che non sapranno nemmeno in nome di cosa perderanno il lavoro.
Siamo persone che non sapranno rammaricarsi di avere sbagliato, che non potranno dare la colpa alla crisi, che non godranno nemmeno del diritto di raccontare un perchè.
Siamo semplicemente calpestati, umiliati da un'azienda che uccide le persone e la qualità del proprio lavoro in nome del profitto.
Guardateci, vi ripetiamo, siamo persone.


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