mercoledì 1 agosto 2012

Le parole sono importanti

E' un vero bollettino di guerra. Basilicata, Toscana, Emilia Romagna, in tutta Italia è un continuo annuncio di tagli a postini e capisquadra. Provate a scrivere su google "chiusura uffici postali", e guardate quante voci, quante pagine, quanti uffici verranno chiusi da Poste Italiane.
Noi, umili lavoratori di serie B, lavoratori degli appalti postali, siamo stati i primi a saltare. All'inizio i nostri colleghi dipendenti di Poste pensavano che a loro non sarebbe toccato, che sacrificare noi avrebbe voluto dire, per loro, salvarsi. Logica macabra e cinica, che hanno messo in campo spietatamente.
Oggi risulta chiaro ed evidente che la loro tattica non ha prodotto alcun effetto, ed infatti arrivano allo sciopero nazionale del 6 agosto.
Mi meraviglia che non si sia potuti arrivare ad una manifestazione nazionale congiunta prima. Prima che 3000 persone perdessero il posto di lavoro, prima di ridurre il servizio di recapito ad uno scheletro senza senso e privo della minima ombra qualitativa che ogni servizio dovrebbe avere.
E tuttavia credo sia ancora possibile riuscire a portare avanti una protesta comune, allargare il fronte e combattere insieme per diritti comuni. Un fronte che vede, e deve vedere oggi uniti, cittadini (per ottenere un servizio migliore), istituzioni (per tutelare i servizi, anche nelle località "economicamente scomode"), dipendenti di poste e lavoratori degli appalti (uniti contro un piano di riorganizzazione privo di qualsiasi intento qualitativo).
Lancio un appello aperto a tutte queste figure per una lotta comune.

E' una deriva che deve essere fermata.
A Poste Italiane interessa fare la banca, dicono, non gli interessa il recapito. Loro stessi, li ho sentiti io con le mie orecchie pronunciare le parole: "a noi non ce ne frega niente di mandare in giro gente con la borsa piena di lettere".
Da domani, allora, non mi dovrò sorprendere se l'Enel si occuperà di vinificazione e  Publiacqua di gestione rifiuti. Non mi dovrò meravigliare se Telecom si metterà a produrre mozzarelle e la Galbani stampanti e personal computer. E c'è anche chi dice che quella di Poste, a suo tempo, è stata una idea geniale.

2 commenti:

  1. ma gli uffici postali possono chiudere....se per pagare una bolletta ci vuole 30minuti se va bene,in un paese di 4000 anime....è meglio che facciano i bancari....dispiace x i lavoratori in esubero ma come servizio la posta ......io come padrone li avrei gia cacciati...

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  2. è proprio di questo che stiamo parlando: della qualità scarsa del servizio. Poste non vuole migliorarla non gliene frega niente, ma finchè il mercato non è libero e liberalizzato, Poste rimane monopolista, ovvero: solo lei può offrire questi servizi.
    E come li offrirà tagliando uffici e dipendenti? Ancora peggio!

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