Domani è il 1 Maggio.
E per noi avrà un sapore amaro, siamo lavoratori in scadenza, la data impressa sulle nostre teste lo ribadisce ogni giorno. Siamo prodotti quasi scaduti, che tra poco verranno tolti dagli scaffali.
E tutto questo accadrà nel silenzio.
Se si eccettuano i vari siti e i pochi giornali/giornalisti che noi stessi abbiamo contattato, se si eccettuano i pochissimi politici che si sono un poco interessati al caso, appare chiaro che il nostro è un parlare contro un muro.
Capiamo benissimo che in una terra dove la disoccupazione sta diventando un'agghiacciante abitudine, qualche manciata di persone sulla strada come noi non faccia notizia, non attragga l'attenzione, e tuttavia questo silenzio fa paura. E' il silenzio di chi ha ormai accettato la situazione, e crede che non sia più nemmeno logico combattere, è il silenzio del sindacato che non ha ancora fatto un comunicato degno di questo nome su di noi, è il silenzio delle istituzioni che lasciano a un gigante para-statale come Poste la libertà di fare e disfare a suo piacimento.
Ci tengo a precisare per inciso, visti alcuni commenti a giro per il web, che noi NON siamo dipendenti postali, ma dipendenti di Transystem, azienda privata che tra le sue attività ha anche il settore degli appalti postali. Di questo si parla, del settore degli appalti postali, e NON dei paventati 12000 esuberi di Poste, quello è un altro campionato, un altro sport, un altro campo da gioco e già seguito da moltissime persone e voci.
Noi siamo sempre stati i fanalini di coda di Poste, quelli che facevano e fanno il lavoro più "sporco", senza alcun diritto a sbagliare, e forse proprio per questo nessuno parla di noi. Quando protestano i fanalini di coda non hanno una voce abbastanza grande. E tuttavia ci metteremo tutta l'anima nelle nostre corde vocali, senza piangerci addosso.
Per cui lancio da qui l'appello a tutte le agenzie di recapito partner di poste, a tutti i dipendenti degli appalti postali: mandate i vostri delegati a Roma il 2 maggio, alla riunione nazionale degli rsu degli appalti postali!
Da quella riunione (Roma, 10.00 a.m. presso la sede della Cgil) credo emergerà una manifestazione nazionale, uno sciopero, ma non dobbiamo fermarci lì. Dobbiamo martellare quotidianamente, fare volantinaggi, manifestazioni, attrarre l'attenzione su di noi.
Insieme, uniti, non saremo più invisibili.
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