Nell'edizione del giornale radio regionale di ieri 30 aprile, Controradio ha nuovamente parlato di noi, lasciando che spiegassimo la nostra attuale situazione per alcuni minuti. Ci chiedevano che primo maggio sarà per noi. Amaro, abbiamo risposto, amaro.
Da oggi comincia il conto alla rovescia dei due mesi, e sessanta giorni passano in fretta.
Ed è simbolico che sia il primo di maggio.
Saranno sessanta giorni in cui non ci stancheremo di ripetere senza retorica che il lavoro è un diritto ed un dovere, che il nostro lavoro è e rimane indispensabile per garantire i cittadini da un totale disservizio del sistema poste, che il nostro lavoro non può essere tagliato per aumentare i profitti di una classe dirigente miope e bieca che sta torturando l'intero paese, che in questo specifico caso non siamo d'accordo con il ministro Fornero: qui si tratta sia di tutelare il posto di lavoro che il lavoratore.
Se non avessimo creduto alla fondamentale utilità della nostra manodopera in un sistema nazionale postale allo sfascio, ce ne saremmo andati in silenzio, magari piangendoci addosso, chiedendo solamente un pezzetto di futuro allo stato.
E invece ci sentirete ancora gridare che questo è il nostro lavoro, lo difendiamo e lo difenderemo, fino alla fine.
Buon primo maggio a tutti voi.
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