giovedì 19 aprile 2012

Vogliamo risposte!

Giovedì 19 aprile, e di novità non ce ne sono. Lavoriamo ancora con un taglio sul volume del lavoro, continuiamo a fare le ferie forzate a gruppi. Viviamo questi giorni con una strana speranza, dovuta più ad un senso di lotta che a vera razionalità. Ci interroghiamo quotidianamente su cosa sarà del nostro futuro, osservando il calendario che di giorno in giorno avvicina la scadenza del 30 giugno, giorno in cui questo appalto finirà. E dopo... non si sa.
Voglio scrivere una volta di più che è ridicolo, stupido, è da avvoltoi non svelare il futuro più prossimo a tremila lavoratori. Non siamo nemmeno lavoratori di serie B, non siamo nemmeno considerati persone, non abbiamo il diritto di sapere come potremo gestire il nostro futuro dal 30 di giugno, non abbiamo il diritto di sapere se dovremo o meno cercarci un nuovo lavoro. 
E siccome questa sembra l'ipotesi più probabile, almeno ditecelo!
Lotteremmo ugualmente con i denti per difendere il nostro posto di lavoro, ma almeno sapremmo contro quale mulino a vento dare battaglia.
In ballo non ci sono numeri, c'è mia figlia, i figli dei miei colleghi, i mutui che alcuni di loro hanno sulle spalle, l'affitto di casa, le rate delle macchine, la spesa alimentare che ogni giorno aumenta svuotando le borse e i borsellini. In ballo ci sono persone.

Sono profondamente indignato. Mi sento umiliato. E peggio ancora mi sento calpestato da un sistema che permette tutto a un monopolio che in uno stato europeo, nel 2012, nell'era in cui si parla solo di crescita e liberalizzazioni, non dovrebbe nemmeno esistere. Il sistema Poste Italiane è degno dell'unione sovietica.
La cosa che mi fa saltare i nervi è che il gigante Poste Italiane si permette di giocare con le nostre vite nonostante continui a crescere. Ecco i dati, messi nero su bianco dal Sole24ore:


Utile netto "in calo" per Poste Italiane che nel 2011 ha chiuso con 846 milioni di euro
I ricavi da mercato ammontano a 9,7 miliardi (84 milioni in più dell'anno precedente)
Il settore del recapito ha registrato un calo del 5% (il 5% e non il 30% come sbandierato da alcuni!), dovuto dalla digitalizzazione da alcuni invii (per cui ciò che non hanno guadagnato da una parte lo hanno preso dall'altra).
E cito testualmente: I risultati - spiega la società in una nota - sono estremamente positivi in valore assoluto e consolidano il decennale trend di crescita anche in presenza di uno scenario di mercato ancora fortemente influenzato dalla crisi economica globale, che ha determinato l'ulteriore contrazione dei volumi postali e una tendenza generale alla riduzione della raccolta dei risparmi e degli investimenti.
Il trend è POSITIVO. 

Chiediamo al Ministro dei trasporti Passera, al Presidente del Consiglio Monti, al Viceministro dell'economia Grilli, al Ministro del lavoro Fornero e all'A.d. di Poste Italiane Sarmi che  ci spieghino a chiare lettere il perchè di questa reinternalizzazione del lavoro, il perchè di questi tagli, il perchè del silenzio, il perchè di un eventuale mancato rinnovo della gara di appalto!
Vogliamo risposte!




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